La proposta innovativa dei rapper italiani Shablo, Guè, Joshua e Tormento a Sanremo: una fusione di stili musicali che ha unito diverse generazioni. Un lungo lavoro anche per il look
di Mariachiara Arcolini e Desirèe Evangelista
Con il pezzo “La mia parola” Shablo, Guè, Joshua e Tormento sono saliti di nuovo sul palco del Teatro Ariston con una performance che ha unito varie generazioni e diversi stili del panorama musicale italiano, creando un mix unico e coinvolgente. E tutto questo è il risultato di una collaborazione di rapper che provengono da epoche differenti e che quindi creano il perfetto dream team.
Guè è una figura storica del rap italiano, conosciuto per la sua capacità di raccontare storie urbane; Joshua, rappresenta la nuova generazione, noto per la sua abilità di fondere rap e soul in un sound unico e infine Tormento, uno dei pionieri del rap italiano con una carriera che abbraccia oltre vent’anni di carriera.

“La canzone La mia parola può essere definita un esercizio di stile tipico di quello che è il genere urban – ha detto Shablo – e va a ripescare nella tradizione della musica black e soul reinterpretata in chiave contemporanea”. Un omaggio alla black music, dunque, e infatti il suono gospel è un protagonista del testo del pezzo: “Suona dal basso questo gospel, è la voce di chi raccoglie le forze”, dice la canzone, parole che vogliono trasmettere la forza di un genere musicale che per tantissimi anni si è trovato le porte sbarrate e che adesso si sta riprendendo spazio all’interno del panorama musicale.
La performance del brano su un palco così importante e famoso come quello dell’Ariston è stata arricchita dalla presenza di un coro gospel che ha accompagnato gli artisti e che ha rafforzato il significato della canzone stessa, mettendo in prima linea il soul e il flow tipici di questo genere. Ha detto ancora Shablo: ” Fusione è la parola chiave di questo brano”, alludendo alla collaborazione di artisti diversi, provenienti da mondi altrettanto diversi, ma accomunati dalla stessa visione della musica e della “parola” come massima espressione di pensieri: la riuscita del brano e della sua rappresentazione è il frutto di questa “fusione”.

I look scelti per la rappresentazione a Sanremo sono ispirati alla collezione autunno/inverno 2024/2025 Brioni. «Quattro personaggi estremamente diversi ma riuniti da un sound preciso – ha fatto sapere la stylist Rebecca Baglini – Non una band, perché ognuno porta la propria storia, la propria interpretazione, il proprio background al servizio di un’unica lirica. Ma è proprio questa complessità che mi ha portato a lavorare con loro». Gli abiti seguono un’evoluzione stilistica in crescendo, partendo da un total denim fino all’alta sartoria. La stylist ha realizzato un lavoro impeccabile richiamando lo stile hip hop italiano.
Il brano è fortemente ispirato agli anni ‘90, con un chiaro richiamo al sound afroamericano. Su questa base stilistica la Baglini ha lavorato affinché gli artisti, nelle quattro serate del Festival, potessero riflettere anche nell’immagine il mood di quell’epoca. L’intento del progetto era mostrare che l’hip hop può essere rappresentato in modi diversi, dimostrando che la musica se “vestita bene” può adattarsi a vari contesti stilistici. Gli artisti infatti aprono le danze con look total leather dai toni streetwear, utilizzato durante la sfilata, per finire con look sartoriali firmati Brioni: classici, ma allo stesso tempo informali, personalizzati in base al cantante.
L'autrice / autore
Vivo la mia vita con il naso tra i libri e le riviste di moda. Grazie al Diavolo veste Prada ho trovato la mia dimensione: il giornalismo di moda; quello che solo a guardare una copertina di una rivista senti il suono di scatti fotografici, tacchi e profumo Chanel N°5