Qualche consiglio di lettura sul tema della Shoah per il Giorno della Memoria
Il 27 gennaio di ogni anno ricorre la Giornata della Memoria, istituita soltanto nel 2005 dall’ONU, per commemorare le vittime della Shoah. Nei campi di sterminio hanno perso la vita 6 milioni di ebrei donne, uomini e bambini, i dissidenti, i prigionieri politici, gli omosessuali, le persone disabili e i rom.
Il termine ebraico Shoah (letteralmente “distruzione”, “catastrofe”), viene ripreso dalla Bibbia per indicare lo sterminio degli israeliti durante il Secondo conflitto mondiale e si è sostituito alla parola “olocausto”, poiché non richiama l’idea di sacrificio inevitabile, come quest’ultimo.
Perché proprio il 27 gennaio?
In questo giorno, nel 1945, le truppe sovietiche dell’Armata Rossa liberarono il campo di sterminio e di concentramento di Auschwitz, nell’attuale Polonia. La scoperta del campo e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l’orrore del genocidio nazista.
Le testimonianze dei sopravvissuti si sono tradotte in libri, per fare in modo che ognuno di noi possa riflettere sulla tragedia, sottolineando l’importanza del non dimenticare.
Spero che questa selezione di libri che vi presenterò di seguito aiuti a ricordare e a fare in modo che non si ripeti più un capitolo così buio della storia.
“L’amico ritrovato” di Fred Uhlman
Germania, 1932. Due ragazzi di sedici anni frequentano lo stesso ginnasio a Stoccarda. Uno è figlio di un medico ebreo, l’altro è il rampollo di una ricca famiglia aristocratica. Tra loro nasce un’amicizia del cuore, un’intesa perfetta e magica. Ma il Paese in cui vivono i ragazzi sta cambiando profondamente con l’avvento delle leggi razziali di Hitler. Riuscirà la loro amicizia a non essere spezzata dalla Storia, in questo racconto pieno di finezza e suggestione?
“Ho esitato un po’ prima di scrivere che avrei dato volentieri la vita per un amico … ma sono convinto che non si trattasse di un’esagerazione e che non solo sarei stato pronto a morire per un amico, ma l’avrei fatto quasi con gioia”
Fred Uhlman
“La banalità del male” di Hannah Arendt
Hannah Arendt nel 1961 assiste al processo di Otto Adolf Eichmann, uno dei comandanti delle SS responsabili dell’organizzazione della cosiddetta “soluzione finale”, come inviata del “New Yorker”.
Da qui nacque un libro scomodo, che pone le domande che non avremmo mai voluto porci e dà risposte che non hanno la rassicurante certezza di un facile manicheismo. Il suo resoconto è un’esplorazione attenta e appassionata del contesto storico e politico, un’analisi del tempo nazista, indispensabile per capire come quella quotidianità ordinaria e mediocre abbia potuto farsi strumento dell’orrore.
Sprovvisto di qualsiasi tipo di eccezionalità, concentrato sulla corretta esecuzione del compito assegnatogli, Eichmann è l’incarnazione “banale” del Male, che per questo risulta tanto più terribile, perché i suoi servitori più o meno consapevoli non sono che piccoli, grigi burocrati. I macellai del nostro tempo non hanno la “grandezza” dei demoni: sono dei tecnici, si somigliano e ci somigliano.
“Le azioni erano mostruose, ma chi le fece era pressoché normale, né demoniaco né mostruoso”
Hannah Arendt
“Se questo è un uomo” di Primo Levi
Questo libro è una testimonianza sconvolgente sull’inferno dei Lager. Ѐ un capolavoro letterario che racconta la dignità e l’abiezione dell’uomo di fronte allo sterminio di massa. Un’analisi fondamentale della composizione e della storia del Lager, ovvero dell’umiliazione, dell’offesa, della degradazione dell’uomo, prima ancora della sua soppressione nello sterminio.
“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre”
Primo Levi
“Diario” di Anne Frank
È un racconto autobiografico in cui la bambina Anna racconta i giorni difficili della persecuzione degli ebrei da parte del regime Nazista.
Anna e la sua famiglia scappano dalla Germania per andare in Olanda, dove la bambina sentendosi sola inizia a scrivere ad un’amica immaginaria, Kitty, nel suo diario.
Racconterà così la sua quotidianità e le sue emozioni, come la difficoltà di convivenza nel rifugio, la paura di essere scoperti, e anche la paura di morire. Un capolavoro della letteratura che ancora oggi mostra uno spaccato storico, difficile da spiegare e pieno di dolore, con le parole di una bambina che in quelle pagine sognava la libertà.
“Non penso a tutta la miseria, ma alla bellezza che rimane ancora”
Anne Frank
“La memoria rende liberi. La vita interrotta di una bambina nella Shoah” di Liliana Segre e Enrico Mentana
“Un conto è guardare e un conto è vedere, e io per troppi anni ho guardato senza voler vedere”.
Liliana ha otto anni quando, nel 1938, le leggi razziali fasciste si abbattono con violenza su di lei e sulla sua famiglia. Viene espulsa da scuola e a poco a poco il suo mondo si sgretola: diventa “invisibile” agli occhi delle sue amiche, è costretta a nascondersi e a fuggire fino all’arresto sul confine svizzero che la porterà ad Auschwitz. Dal lager ritornerà sola, in un Paese che non ha nessuna voglia di ascoltarla. Dopo trent’anni di silenzio, una drammatica depressione la costringe a fare i conti con la sua storia e la sua identità ebraica a lungo rimossa.
Enrico Mentana raccoglie le memorie di una testimone d’eccezione in un libro crudo e commovente, ripercorrendo la sua infanzia, le persecuzioni razziali, il lager, la vita libera e la gioia ritrovata.
“Il mondo era costretto a prendere consapevolezza, a convivere con l’idea che il male esisteva e che era un qualcosa di terreno, di concreto, di incredibilmente plausibile”
Enrico Mentana, Liliana Segre
“L’uomo che salvò la musica dall’inferno” di Makana Eyre
Makana Eyre racconta l’incredibile storia di come la musica ha ridato speranza ai prigionieri nei campi di concentramento nazisti.
In una notte di ottobre del 1942, le guardie del campo di concentramento di Sachsenhausen sorprendono un gruppo di prigionieri ebrei radunati in segreto in un coro clandestino.
Molti di loro vengono giustiziati sul momento, e quelli che sopravvivono alla rappresaglia sono deportati ad Auschwitz-Birkenau di lì a poche settimane. L’unico che riesce a salvarsi è Aleksander Kulisiewicz, un musicista polacco. È lui che userà la sua incredibile memoria per salvare il patrimonio musicale delle vittime dei campi nazisti. Solo attraverso la preziosa testimonianza di quest’uomo oggi sappiamo che i prigionieri dei campi di concentramento composero sinfonie, organizzarono cori clandestini, arrangiarono le musiche di illustri compositori riunendosi regolarmente e spesso a rischio della vita. La musica permise loro di resistere e restare umani, pur costretti a vivere nelle condizioni più brutali che si possano immaginare.
“La ballerina di Auschwitz. La mia storia” di Edith Eva Eger
Un racconto intenso, commovente, aspro e luminoso allo stesso tempo, è il grido di una ragazza travolta dal Male, ma forte abbastanza da rinascere a nuova vita… ancora sulle punte.
Edith è una ballerina di talento e una bravissima ginnasta che aspira alle Olimpiadi. Ma l’Ungheria del 1943 comincia a diventare pericolosa per una ragazza ebrea.
Si innamora di un ragazzo, Eric, ma presto si trova rinchiusa, insieme alla sua famiglia, nel vagone di un treno diretto ad Auschwitz. Quella realtà supera ogni peggior incubo, eppure Edith, nonostante la fame che patisce e gli orrori che vive, è sostenuta dal pensiero di Eric. Sopravvive, ma torna a casa, piena di dolore e sensi di colpa: la vita le appare più un peso che un dono… almeno fino a quando non capisce di poter scegliere. Non può cambiare il passato, ma può scegliere come vivere il presente e persino amare di nuovo.
“Per questo ho vissuto” di Sami Modiano
Come tanti sopravvissuti all’Olocausto, per molti anni Sami Modiano è rimasto in silenzio, non riusciva a dare voce al dolore di un’adolescenza bruciata, di una famiglia dissolta, di un’intera comunità spazzata via. Nato nella Rodi degli anni Trenta, un’isola nella quale ebrei, cristiani e musulmani convivono pacificamente da secoli, Sami non conosce la lingua dell’odio e della discriminazione.
All’improvviso però si ritrova etichettato come “diverso”. A tredici anni, nell’inferno di Auschwitz-Birkenau, vedrà morire familiari e amici. Al miracolo che lo porta fuori dal campo non seguono tempi facili: Sami si ritrova in prima linea con l’esercito sovietico ed è poi costretto a fuggire a piedi attraverso mezza Europa per poi giungere in un’Italia messa in ginocchio dalla guerra.
La storia di Sami Modiano è una trama intessuta di addii e partenze alle quali lui ha sempre opposto la determinazione a riappropriarsi delle sue radici.
“Quel giorno ho perso la mia innocenza. Quella mattina mi ero svegliato come un bambino. La notte mi addormentai come un ebreo.”
Sami Modiano
“Ho sognato la cioccolata per anni” di Trudi Birger
La storia di una bambina che, dai té danzanti di Francoforte, si ritrova rinchiusa nel ghetto di Kosvo prima di finire nel campo di concentramento di Stutthof.
Una storia vera, di affetto e devozione. Intorno a lei un mondo spietato, assurdo, crudele; dentro di lei il desiderio di non cedere alla disperazione e di continuare a sognare. Trudi testimonia le atrocità e le sofferenze dell’Olocausto, ma anche il coraggio e la speranza che le hanno dato la forza di sopravvivere e di non smettere di sognare la libertà.
“Questi ricordi non sono semplici indumenti, qualcosa di cui ci si può spogliare e mettere nell’armadio. Sono incisi nella nostra pelle! Non possiamo liberarcene”.
Trudi Birger
“La notte” di Elie Wiesel
Wiesel descrive in questo breve racconto come l’orrore vissuto nei campi di concentramento e di sterminio gli abbia fatto perdere la fede in Dio e nell’umanità. Ciò si riflette soprattutto nell’inversione dei ruoli padre-figlio, poiché, da adolescente, dovrà badare a suo padre, divenuto via via più debole, fino alla morte. Nel racconto, ogni cosa viene invertita, ogni valore distrutto. “Qui non ci sono padri, fratelli, amici”, gli disse un Kapo. “Ognuno vive e muore in solitudine”.
“Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata”
Elie Wiesel
L'autrice / autore
Non ho talenti speciali, sono solo “appassionatamente curiosa”, direbbe Einstein se fosse al mio posto.
Tra le colline della maremma grossetana, ho sempre trovato un rifugio nei libri. Le emozioni degli autori attraversano le loro penne, mi sento più vicina a loro ed è così che ho imparato a conoscere veramente il mondo.