E’ uscita la già famosissima serie Tv sulla straordinaria band italiana che porta noi ragazzi a vivere per la prima volta gli anni ’90. E se ne parlano tutti così bene, un motivo ci sarà…
Scritto da Giacomo Grassi
Due amici, conosciuti tra i banchi di scuola e accomunati da una grande passione per la musica. Vi sembrerà un film (o in questo caso una serie) visto e rivisto, ma è proprio da qui che nasce la leggendaria storia degli 883.
La serie Sky Original diretta da Sidney Sibilia ripercorre la storia che porta alla nascita della straordinaria band degli 883, formata da Max Pezzali e Mauro Repetto.
I due protagonisti sono interpretati rispettivamente da Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli, che sono riusciti ad impersonarli in maniera coinvolgente, grazie a grandi capacità recitative e a un enorme impegno nello studio dei personaggi.
Questa serie però non parla solamente della nascita di una band; racconta anche di amore, amicizia, sogni, ambizioni, ma anche di paure, insicurezze e difficoltà. Ed è l’insieme di tutto ciò che la rende davvero appassionante.
L’inizio degli 883
La narrazione inizia con Max che, con grande delusione, scopre di non esser stato ammesso all’esame di maturità. Per dare una spiegazione alla bocciatura, risale quindi al momento in cui il padre compra un furgone utile alle consegne per la sua fioreria, e a quando lo stesso Massimo scopre la musica Punk per colpa di un’audiocassetta lasciata nello stereo dell’autocarro. Infatti da quel momento, la sua vita cambia. Inizia a conoscere nuove persone appassionate di musica e tralascia lo studio, motivo per cui dovrà ripetere l’anno scolastico.
Tra l’estate e l’inizio dell’anno da ripetente, conosce due persone che gli sconvolgeranno totalmente la vita. Una è Silvia Panayiotopoulos, per la quale scrive una canzone, ma il personaggio che lo segnerà definitivamente è Mauro Repetto, compagno di banco fin dal primo giorno di scuola, con cui stabilisce fin da subito un grande legame. Lo stesso Mauro, che si era dilettato nella creazione di un mixtape, trascina Max nella missione che prevede di farlo ascoltare ad uno dei dj più famosi del tempo: David Gozzard.
Guidato dal suo famoso motto “Dignità zero”, cerca insieme al suo compagno di incontrarlo, ma nel momento in cui si trovano di fronte a lui Mauro decide di fargli ascoltare la canzone che Max aveva scritto per Silvia. “Voi due dovreste suonare insieme” gli dice il dj. E con questa frase ha inizio la carriera musicale di una delle band più importanti degli anni ‘90.
Carriera caratterizzata da alti e bassi, tra cui un distacco di circa otto mesi per via di un litigio, ma che per nostra fortuna non segna un declino, bensì una rampa di lancio per coloro che hanno fatto la storia della musica italiana.
Perché la serie ha riscosso un successo così grande?
Ci sono diversi motivi per cui è considerata la serie migliore del 2024, e per me il principale è la capacità di coinvolgere tutti i tipi di spettatori, appassionati e non, mettendo in risalto le emozioni che i protagonisti hanno vissuto durante l’inizio del loro percorso.
Tra i concetti più esaltati vi è quello dell’amicizia, motore che ha permesso ai due di produrre canzoni in un clima di infinita passione e divertimento.
Possiamo definirla una coppia “complementare”.
Da una parte Max, definito da un carattere più introverso, sempre prudente nei comportamenti, dall’altra Mauro, il rovescio della medaglia, pronto a tutto pur di dimostrare qualcosa al mondo intero.
Nella serie è molto toccante il momento in cui è Pezzali a motivare Repetto: “Se io sono qua, è perché tu mi hai fatto credere che potevo starci. Mi fai credere che posso essere quello che voglio.” E in queste due frasi è racchiusa l’essenza del profondo rapporto tra i due.
Altro concetto fondamentale è quello dell’amore. Ci avete mai pensato che questo è il sentimento che la maggior parte delle volte spinge un cantante ad iniziare a scrivere? L’amore non inteso unicamente come quello per un’altra persona, ma anche per una passione, o per il semplice bisogno di doversi esprimere.
Possiamo quindi dire che l’insieme di queste tipologie d’amore caratterizzano la carriera musicale di Max nella serie.
Ma soffermandosi sull’amore verso un’altra persona, realizziamo che se non avesse mai conosciuto Silvia, difficilmente avrebbe avuto lo stesso successo. Ed è affascinante pensare che anche grazie ad uno dei sentimenti che crea più scompiglio all’interno della vita umana possano emergere delle figure così straordinarie dal punto di vista artistico.
Infine è importante sottolineare la correlazione tra ambizioni ed insicurezze che troviamo nel momento in cui il loro produttore mette di fronte alla realtà Max e Mauro.
In un periodo di profonda crisi personale, i due devono cantare al concerto di chiusura dell’Acquafan di Riccione e non se la sentono di salire sul palco.
Nel momento d’insicurezza interviene allora il produttore Pierpaolo, dicendogli che per diventare delle pop-star è necessario non lasciarsi sopraffare dalle paure e difficoltà perché dietro ad un concerto vi sono tantissime persone che lavorano per il suo corretto svolgimento, tra cui lo stesso producer.
Grazie a questa scena, la serie riesce a mandare un fortissimo messaggio a tutti gli spettatori.
Perché è capitato a tutti di non sentirsi all’altezza in momenti importanti nella vita.
Ma è proprio in quei momenti che bisogna provare il contrario.
E gli 883 ci confermano come non dobbiamo dimostrare qualcosa a chi ci giudica, e nemmeno per la necessità di vendicarsi contro chi ha tentato di metterci i bastoni tra le ruote.
Lo dobbiamo a noi stessi.
A tutti gli sforzi fatti.
A tutti i “no” ricevuti.
A tutte le persone che ci hanno sostenuto.
Ma soprattutto al te stesso che sognava di trovarsi in quel contesto e che ora ha l’opportunità di mostrare a se stesso che quel palcoscenico lo merita davvero.
E con questo mi sento di lasciarvi con uno dei momenti cruciali della serie, che contiene l’invito a recuperarla se non l’avete ancora vista, ma soprattutto a lasciarvi emozionare da una storia che tratta argomenti di pura “vita”.
Vi siete mai chiesti il messaggio che la canzone intitolata “Hanno ucciso l’Uomo Ragno” vuole trasmettere?
Elia Nuzzolo non ce lo potrebbe spiegare meglio di così:
“È una canzone sui sogni, sulla fine dei sogni.
È una canzone per chi non ce l’ha fatta a continuare a sognare, e si è arreso.
Però, non fino in fondo.
Questa canzone è per loro.
In realtà è soprattutto per chi, invece, ad arrendersi non ci pensa neanche.
Non ci pensa proprio!
Per chi continua a lottare.
Per chi se ne frega di chi gli dice come dovrebbero vivere, cosa dovrebbero sognare, chi dovrebbero essere.
È una canzone che parla proprio di tutti noi.
Perché è come se noi fossimo supereroi, e il nostro superpotere sono i nostri sogni.
E non ci rinunceremo mai.”
Allora continuate a sognare, e nel caso voi vi sentiate come Max Pezzali, siate felici della possibilità di trovare il vostro Mauro Repetto.
L'autrice / autore
Totalmente malato di calcio, adoro farmi trasportare dalle emozioni che trasmette questo sport. Con il desiderio di raccontare le sensazioni che provengono dal campo, mi definisco un ragazzo sensibile, che crede nei valori più puri offerti dalla vita. In un turbine di pensieri e progetti per il futuro, cerco di districarmi quanto posso per riuscire a trovare la mia via, inevitabilmente ricca di ostacoli, ma mai troppo alti da non poter superare.