Scienza e filosofia condannate a parlarsi

BREVE ASSERZIONE SULLA CODIPENDENZA TRA SCIENZA E FILOSOFIA 

Oggi, in un mondo che si sta sempre più avvicinando alla tecnologia, alla materialità, ci interroghiamo se la filosofia serva ancora alla scienza. Ma che cos’è la filosofia e cosa la scienza? 

La filosofia nel suo significato etimologico è l’amore per il sapere (philein/amare e sophia/sapienza), la scienza dal latino “scientia” significa conoscenza, declinata poi in specifiche materie e discipline. 

Le due aree hanno quindi come punto in comune la conoscenza, quello che le differenzia è la forma e il campo di indagine, infatti la filosofia è ciò che ci spinge a conoscere, qualunque essa sia la forma del sapere, scientifica o umanistica. Riprendendo le parole di una citazione del 1944, Einstein sottolinea l’importanza di guardare la foresta e non il singolo albero, la filosofia è una ricerca vasta della verità, è aspirare alla conoscenza della foresta nel suo insieme, e conseguentemente l’importanza per la scienza e gli scienziati, di un sapere filosofico, per non correre il rischio di guardare al singolo albero. 

Il filosofo e matematico Caritat de Condorcet, nell’opera “Abbozzo di un quadro storico dei progressi dello spirito umano”, si chiede se la filosofia serve effettivamente alla scienza e viceversa, immaginando una società ideale basata sull’uguaglianza degli esseri umani. “Le nostre speranze sullo stato futuro della specie umana possono ridursi a questi tre punti importanti: alla distruzione della diseguaglianza tra le nazioni; i progressi dell’eguaglianza in seno ad uno stesso popolo, e da ultimo il reale perfezionamento dell’uomo”. Ma come si può arrivare a questo stato di benessere collettivo? Attraverso la conoscenza Condocet pensa che si possa in qualche modo prevedere alcuni fenomeni, evitando catastrofi e distruzione. 

“Il solo fondamento di credenza nelle scienze naturali è questa idea, che le leggi generali, note e ignote, che regolano i fenomeni dell’universo, sono necessarie e costanti”. Conoscere la natura, è “dominarla” affermava Bacone, non si tratta di sfruttarla in modo barbaro, ma piuttosto cercare di trarre i migliori vantaggi da essa nel rispetto dei limiti, cercando di raggiungere come fine ultimo un benessere globale. 

L’uomo però, per raggiungere la felicità deve migliorarsi attraverso le scienze o attraverso il perfezionamento intellettuale e morale? 

“Nell’esperienza del passato, nell’osservazione dei progressi che le scienze, che la civiltà, hanno compiuto fin qui, nell’analisi del cammino dello spirito umano e dello sviluppo delle sue facoltà, i più forti motivi per credere che la natura non ha posto alcun termine alle nostre speranze”, con questo Condocet mette sullo stesso piano l’ambito scientifico e quello morale, impossibilitando una visione contingente della filosofia o della scienza. Concludendo la conoscenza non può essere perseguita senza che ci sia l’amore e di conseguenza la ricerca di essa. 

Estendendo l’ambito di osservazione, possiamo affermare che anche in altre forme del sapere è sottintesa la filosofia, o meglio il pensiero filosofico, orientato ad un ragionamento critico, morale, deontologico, che interessa l’intero essere umano. Ne abbiamo avuto prova evidente durante la pandemia, in campo immunologico e medico, le ricerche scientifiche hanno dovuto necessariamente confrontarsi rispetto ai temi dell’equita’, del libero arbitrio. Ogni fatto che ha un impatto sulla civiltà e sull’individuo porta sempre ad una meta riflessione che si estende oltre i confini della specifica scienza, poiché è nella natura umana interrogarsi e procedere nella conoscenza, per amore stesso del sapere.

Le neuroscienze che indagano il funzionamento del cervello da un punto di vista neurologico e le connessioni tra le varie cellule, hanno evidenziato la complessità e la diversità di questo sistema che seppur mostrando una base fisiologica comune, poi si differenza in ciascun essere umano che ha una coscienza, valori ed esperienze che in parte modificano anche il funzionamento e la morfologia del cervello. Rientra pertanto in gioco lo stretto legame tra scienza e filosofia. Forse l’unico modo per uscire da questa impasse, è pensare non più in modo dicotomico (o la filosofia o la scienza) ma integrare questi saperi, come già del resto aveva fatto il mondo classico, basta ricordare Aristotele che affermava:” Coloro che criticano l’utilità della filosofia per la scienza , non stanno facendo scienza: stanno facendo filosofia”. 

Alice Morelli

L'autrice / autore

Nata e cresciuta a Livorno, scrivo di me, di chi mi circonda, di chi o cosa vorrei o non vorrei che mi circondasse.
Amo il giornalismo, quello che cerca di farsi portavoce di ciò di cui è meglio non parlare.