A PRIMO IMPATTO / Beetlejuice: tra la malinconia dell’infanzia e la leggerezza della morte

di Edoardo Vianello

Tim Burton colpisce per la sua incredibile abilità di parlare di argomenti molto pesanti con la leggerezza di un film adattato a tutti. Riportandoci con la mente ai leggendari film del regista caratterizzato dal suo iconico e macabro stile

“A che serve essere fantasmi se non si può spaventare la gente?”


Tim Burton non tradisce mai. La sua estetica grottesca e gotica colpisce sempre, a
prescindere dall’età.

Quando da piccolo vidi per la prima volta Nightmare Before Christmas,
ideato proprio da Burton, rimasi stupefatto davanti alla magia che quei personaggi e quelle
atmosfere sprigionavano. Dopo più di un decennio dall’incontro con Jack Skeletron, la
prima visione di Beetlejuice mi ha regalato le stesse sensazioni ed emozioni di quando ero
ancora bambino. Forse con ancora più consapevolezza del magnifico lavoro che vi si cela
dietro.

Un film che mischia perfettamente memorabili prove attoriali , pupazzi terrificanti e
stop-motion in un connubio tra una sinistra commedia e simpatica mostruosità.


Il tema del post-mortem è intrigante e in Beetlejuice è trattato con semplicità e tranquillità,
con Adam e Barbara che accettano la propria situazione pressoché subito. I problemi però
iniziano ad arrivare velocemente, e provengono dall’esterno. La parte che trovo più
interessante è quella riservata al mondo dei morti e alla loro assistenza, che racchiude un
mucchio di personaggi esilaranti e alcuni luoghi che sembrano usciti da sogni contorti di una
mente disordinata. Altro luogo degno di nota è il plastico di Adam, dove dimora Beetlejuice
(interpretato da uno straripante Michael Keaton) e che mi ricorda il primissimo livello del
cimitero di Medievil, videogioco gotico che ho consumato sulla Playstation 1 di mia madre.


Beetlejuice potrà non essere un capolavoro, e nemmeno il miglior film di Burton, ma quello
che importa è che mi abbia fatto tornare indietro nel tempo, quando l’immaginazione non
aveva limiti e quando i mostri non mi sembravano così mostri ma personaggi incompresi.

L'autrice / autore

Vivo intrappolato in un circolo vizioso fatto di libri, fumetti e cinema. Cerco ispirazioni nella storia della politica e nella politica dentro la Storia. Per i problemi più grandi di me, mi affido alla Filosofia.

Livorno