“I ragazzi avevano a cuore questo progetto non potevo mollare”

Le parole di Sole, una delle ideatrici di Generazione News

Shasika Weerasinghe, presidente della Consulta Provinciale degli Studenti di Arezzo, è stata una delle figure fondamentali nella creazione di Generazione News. Accomunati dalla passione per la rappresentanza, Shasika – per gli amici Sole – insieme a Pietro Gentili, Alessandro Rosati e Niccolò Sanesi, sono riusciti a creare una testata giornalistica toscana che ha come fulcro gli studenti stessi, protagonisti assoluti della redazione e riuscita del progetto.

Ma quali sono gli obiettivi di un progetto come questo? E quali ostacoli burocratici si celano dietro la nascita di un giornale come Generazione News? Abbiamo chiesto a Sole di spiegarcelo attraverso una vera e propria intervista.

Una volta delineata l’idea, qual è stato il primo passo per attuarla concretamente?

«Il primo passo è stato presentare l’idea del giornale al coordinamento regionale delle varie consulte provinciali, dove erano riuniti i presidenti di ciascuna provincia. Il 17 gennaio 2022 è stata approvata l’idea di creare il giornale.»

Quali sono stati i passi successivi? Puoi riassumerceli in tappe?

«Nel momento in cui ad Arezzo nasceva il giornale provinciale, Pietro Gentili, allora presidente della consulta provinciale degli studenti di Livorno e portavoce regionale, ne stava ideando uno che comprendesse tutta la Toscana. Proprio perché ad Arezzo esisteva una realtà simile, ma concreta, io sono stata incaricata della gestione e creazione iniziale del giornale. Per questo ho partecipato a riunioni di formazione per capire com’è articolata una testata giornalistica con esperti del settore e delegati. Dopodiché siamo stati posti davanti alle prime scelte tecniche e burocratiche. 

Cioè?

Avevamo due opzioni possibili: creare un giornale in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale oppure farlo autonomamente. Quest’ultima opzione implicava però il mancato riconoscimento del progetto come testata giornalistica ufficiale, che era invece uno dei nostri obiettivi, perciò è stata scartata. Ma mentre a gennaio il giornale iniziava a compiere i suoi primi passi, abbiamo scoperto che, affinché il progetto fosse realizzabile, avevamo bisogno di un rappresentante legale e di un giornalista iscritto all’albo che svolgesse il ruolo di direttore. Ma soprattutto avevamo bisogno di fondi, di cui le consulte provinciali studentesche non disponevano, per pagare la formazione dei ragazzi, la direttrice, gli esperti, il dominio del sito web, e per coprire i costi di eventuali tecnici esterni e per ulteriori progetti e articoli.

E chi vi ha aiutato a individuare il percorso migliore?

Un aiuto fondamentale, durante questo momento di arresto, ci è giunto dalla scuola Sassetti Peruzzi, istituto di riferimento per la Rete Nazionale degli Istituti Professionali per i Servizi Commerciali (IPSE COM). Il dirigente Osvaldo Di Cuffa si era infatti offerto di aiutarci nell’individuare le figure necessarie. Lui stesso ricopre adesso il ruolo di rappresentante legale, mentre la giornalista Geraldina Fiechter, nominata in accordo con l’Ordine dei giornalisti della Toscana, è la nostra direttrice.

E i soldi?

Quando, nel maggio 2023, il consiglio regionale ha fatto rientrare il progetto tra quelli attuabili all’interno dell’Agenda 2030 dell’Onu, siamo riusciti a risolvere anche il problema dei fondi, che però (dopo molte sollecitazioni) sono arrivati solo a settembre, quando la realizzazione concreta del giornale è potuta finalmente ripartire. Generazione News adesso è in piena funzione, ma alcune battaglie burocratiche sono ancora in corso.»

Qual è il ruolo del rappresentante legale e del direttore del giornale, per cui sono così importanti?

«Il dirigente della rete di scuole Sassetti Peruzzi è il tutore a livello legale per tutto ciò che scriviamo e,  come la direttrice, si fa carico di ciò che rientra nei nostri articoli e delle eventuali conseguenze. La direttrice ha poi il compito di seguirci, stimolarci, garantire che i contenuti rispondano ai fondamentali criteri deontologici del giornalismo»

Tra tutte le persone che hanno collaborato alla creazione del giornale, avete riscontrato la stessa partecipazione e lo stesso interesse da parte di tutti?

«L’interesse primario e di base era degli studenti, senza il quale non saremmo arrivati ai risultati ottenuti. E anche se con qualche fatica, gli enti coinvolti hanno poi effettivamente collaborato» 

Definiresti tutto questo percorso burocratico complicato o ragionevole rispetto agli scopi?

«Di per sé, si tratta di un processo burocratico ragionevole. Il problema esplode quando ad affrontarlo devono essere studenti giovanissimi a cui, come nel mio caso, spesso non vengono spiegati appieno i meccanismi e le pratiche da compiere per portarlo a termine efficacemente.»

Cosa ti ha insegnato questa esperienza?

«Ho constatato per la prima volta ed in prima persona che quando si compie un’azione o si avvia un progetto, dietro c’è un aspetto burocratico che prima avrei sottovalutato. Adesso so cosa si deve affrontare per portare avanti qualsiasi idea ed è necessario tenerlo a mente nel momento in cui si va a valutare se il gioco vale davvero la candela. Ci tengo a dire però che durante tutto questo processo non sono mai stata sola, ma anzi ero circondata da studenti, in primis i miei colleghi nel progetto, che erano estremamente interessati alla riuscita del giornale.»

Hai mai avuto dei momenti in cui hai pensato di mollare?

«Sì, nel momento in cui l’approccio degli adulti nei nostri confronti, piuttosto che essere mirato all’educazione, si limitava soltanto a redarguirci e riprenderci su errori che per noi erano lezioni intrinseche al processo, necessarie anche per imparare e per crescere personalmente.»

Cosa ha spinto te e i tuoi colleghi a superare tutti questi ostacoli?

«E’ raro vedere studenti che si fanno in quattro per portare avanti un progetto nato da loro stessi e non da un’istituzione. Per questo sentivo la responsabilità di continuare nonostante tutto. Non potevo fermarmi perché sapevo che farlo avrebbe comportato una sconfitta anche per tutti i ragazzi che avevano a cuore la riuscita del giornale.»

Articolo di Elena Rose Selmani

L'autrice / autore

Nata e cresciuta ad Arezzo, da sempre mi piace scrivere tanto quanto odio descrivermi. Chiedimi della musica che ascolto o dei miei film preferiti. Per favore non chiedermi che mestiere vorrei fare o i miei piani per il futuro. Se vuoi possiamo parlare del presente, di attualità e di politica. Che poi è quello che facciamo qui, con passione, volontà e fatica. Da questo non mi tiro indietro e se non lo fai neanche tu, sei nel posto giusto.