“È da quando sono piccola che sogno di scrivere: ho sempre amato leggere libri, racconti, articoli, poesie, e l’idea di poterne scrivere di miei mi è sempre piaciuta. Alle elementari, parlavo spesso alle mie amiche dei miei vari progetti, mi informavo nei modi in cui potevo (che in quel periodo corrispondevano ai libri di Geronimo Stilton e il telegiornale che ascoltavo a intermittenza) e buttavo giù quello che mi veniva in mente, pagine e pagine di un quaderno piene di cancellature e periodi sgangherati.
Crescendo, non ho mai smesso di scrivere, consumare quaderni e riempire le loro pagine di periodi sempre meno sgangherati. Ho imparato a informarmi come si deve, anche se con non poche difficoltà; mi sono interessata al mondo in cui vivo, a come salvaguardarlo, alla guerra e alla pace, alla sua storia. Ogni tanto, mi metto in camera mia, la porta chiusa alle mie spalle, il computer acceso davanti a me e un quaderno aperto sotto gli occhi, pronta a segnarmi qualsiasi cosa mi sembri anche minimamente interessante. Nonostante tutto, però, non ho mai avuto la fortuna di conoscere molte persone con la mia stessa passione e fantasia, e quindi nessuno con cui confrontarmi.
Quando ho saputo di un giornale studentesco, il mio primo pensiero è stato quello di iscrivermi subito, senza pensarci due volte. Mentirei se dicessi che è quello che ho effettivamente fatto. In verità, infatti, ho passato giorni a pensare su come avrebbe potuto essere, come mi sarei presentata, cosa avrei detto per impressionare gli altri ragazzi, senza contare tutte le domande che frullano nella testa di qualcuno che possiamo definire “overthinker patentato” (di cui, si dà il caso, io sia una grandissima esponente), tra cui: piacerò agli altri? sarò in grado di scrivere? e via dicendo. Alla fine ho messo la mia introversione da parte e ho deciso di buttarmi, ed è stata una delle migliori decisioni che abbia mai preso. Ho infatti conosciuto tanti ragazzi, tutti diversi l’uno dall’altro, ma accomunati da una grande voglia di esprimersi e di far sentire la propria voce. È stata un’esperienza incredibile che mi ha insegnato molto, tanto che quest’anno ho deciso di fare un passo ancora più avanti, prendendo parte al giornale regionale.
È facile trovare persone simili a te, basta cercare nel posto giusto.“
Articolo di Ambra Chiodini